Le grandi banche europee sono l’anello più debole della crisi prossima ventura. Dopo aver ricevuto, nel 2008, l’astronomica cifra di 661miliardi di euro di fondi pubblici, a titolo di salvataggio, oggi le banche sono decapitalizzate (una parte dei loro attivi vale meno di quello che viene dichiarato ov- vero, in altre parole, sono attivi tossici) e sono in difficoltà a pagare a breve termine i loro passivi. Le cifre sottolineano i sintomi più evidenti di tale difficoltà. Il valore dei cosiddetti “CoCos”, I titoli di debiti di alcune delle principali banche europee, è sceso drammaticamente. Stiamo parlando di Deutsche Bank, Santander, Unicredit e del Banco Popular (e la stessa cosa avviene con la BNP Paribas).
Questo significa che le principali banche del- la Spagna, della Germania, della Francia e dell’Italia si trovano sull’orlo dell’abisso.
Questi CoCos, il capitale COntingente COnver- tibile, sono uno strumento di debito creato nel 2013, come risposta alla nuova regolamentazione internazionale, al fine di eludere le restrizioni im- poste ai capitali dopo l’ultima crisi del 2008. Sono titoli di debito che, nel caso dovesse avvenire una tragedia, possono convertirsi in capitale. Nel frat- tempo, ricevono un alto tasso di interesse, il quale corrisponde alla percezione del fatto che il rischio è molto grande.
Il valore di tali strumenti di debito è andato sempre più calando, e ora si trovano ad operare in una situazione in cui le perdite corrispondo fino ad un quarto del loro valore. Questo crollo registra la paura degli investitori, i quali temono che gli inte- ressi su questi titoli saranno impossibili da essere pagati.
Il problema non è solo della Grecia. E’ presente anche nelle principali economie del mondo, dagli Stati Uniti all’Europa. Le valutazioni borsistiche delle banche stanno crollando e a partire da questo si diffonde il panico nei mercati finanziari, in quanto anticipano quelli che sono i rischi a breve termine.
L’esposizione di alcune banche a tali operazioni considerate a rischio è assai grande, soprattutto per quel che riguarda le banche spagnole e tedesche. Le tre principali banche spagnole (BBVA, Popular e Santander) hanno emesso CoCos per circa 10miliardi di euro. Perciò, le difficoltà della San- tander aiutano a comprendere il perché dell’inter- vento della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea nel caso Banif (banca portoghese che si trova nei guai dal 2012, e che è stata com- prata dalla Santander nel dicembre del 2015), con il consenso del governo portoghese, che ha per- messo una ricapitalizzazione della banca spagnola.
Ma è la Deutsche Bank a trovarsi nelle peggiori condizioni. Dopo aver perso 6,7 miliardi durante lo scorso anno, vedendosi così obbligata ad aumenta- re le risorse al fine di affrontare i contenziosi, che tutti insieme assommano a più di 1,2 miliardi di dollari, ora la Deutsche Bank è diventata la banca europea più esposta, a breve termine.
E’ questa la mappa che dobbiamo analizzare per comprendere che cosa avverrà nel settore ban- cario portoghese nei prossimi anni.
Francisco Louça – 7 marzo 2016 -
* Francisco Louça, professore di economia all’Università di Lisbona, ex parlamentare e membro del “Bloco de Esquerda”, è attualmente consigliere di Stato. Articolo pubblicato dal quotidiano uruguaiano “Bitácora”.
Fonte: http://francosenia.blogspot.it/2016_03_01_archive.html